cm. 20,5 x 12,5, pp. 338, brossura, in ottime condizioni.
«I suggerimenti di Adam Smith sulla psicologia economica dell’uomo primitivo – scrive Karl Polanyi in queste pagine – erano tanto falsi quanto la psicologia del selvaggio di Rousseau. La presunta disposizione dell’uomo al baratto, al commercio e allo scambio è quasi del tutto apocrifa». La ricerca di Polanyi – che qui viene sintetizzata attraverso una scelta di capitoli tratti dalle sue opere fondamentali – tende quindi a dissolvere quelle idee radicate e quelle diffuse generalizzazioni per le quali il mercato sarebbe la forma universale e immutabile di organizzazione economica e l’elemento che determina la struttura e la cultura di ogni società. Idee e generalizzazioni emerse dalla rivoluzione industriale, avvalorate dall’economia classica e in parte dal socialismo marxiano, praticate nel capitalismo del laissez-faire, l’unico caso per il quale si dimostrerebbero vere secondo l’opera più famosa di Polanyi, La grande trasformazione. Servendosi dell’antropologia economica e della storia economica antica e avvalendosi di interessi che abbracciano tutte le scienze sociali, il grande studioso mette a fuoco le forme originali di organizzazione della produzione e di circolazione dei beni nelle società primitive o arcaiche; in particolare offrire una definizione teorica di due sistemi di circolazione dei beni: la reciprocità (donazioni obbligatorie tra affini e amici) e la redistribuzione (pagamenti obbligatori all’autorità centrale, che li usa per servizi alla comunità). Suggestive descrizioni e ricostruzioni della vita nelle antiche civiltà, potenti rappresentazioni del tessuto politico e sociale di mondi primitivi, dalle città lagunari e i port of trade della Siria, del Malabar e della Grecia classica alla sfera statale nel Dahomey del XVIII secolo, alla tratta degli schiavi nel cuore dell’Africa danno corpo alle analisi e alle sottili intuizioni di Polanyi con un respiro che non le limita alla confutazione dei luoghi comuni inculcati dalla cultura industriale, ma prospetta una nuova concezione dei sistemi economici e della tecnologia, effettivamente al servizio della comunità.