Caratteristiche e condizioni:
cm. 21 x 13,5, pp. 286, brossura, articolo di giornale incollato sull’ultima pagina (bianca), in buone condizioni.
Contenuto:
La nozione di poteri informali, nelle situazioni concrete che si incontrano nell’Occidente medievale e in epoca rinascimentale, certamente si oppone a quella di poteri istituzionali. Ma soprattutto nella misura in cui, mentre questi ultimi occupano il proscenio, i primi rivelano il non-detto e il non-rivendicato», scrive André Vauchez introducendo questi studi sui vari ruoli e forme del potere carismatico nell’epoca tra Medioevo e Rinascimento. Non si tratta per noi di entità antagoniste, ma piuttosto di due poli tra i quali esiste una tensione dialettica permanente più o meno forte a seconda dei campi e delle epoche. Uno dei risultati più importanti è l’estensione della nozione di poteri informali a dei campi che niente hanno a che vedere con la religione o la grande politica. È quello che risulta chiaramente dalla sua applicazione allo studio delle società contadine e urbane tra il XIII ed il XVI secolo. In generale, si tratta di tentativi messi in atto da “minori”, esclusi dalla sfera del potere e a volte dalla cultura erudita, per ottenere, attraverso mezzi esclusivamente loro propri, un riconoscimento da parte della società benestante. Tra queste categorie che facevano sentire periodicamente la loro esistenza, un posto particolare spetta alle donne. Ma il guadagno certamente più significativo della riflessione collettiva di cui questo volume è la testimonianza risiede senza dubbio nell’estensione della nozione di poteri informali a campi quali la scrittura e la pittura. Nella società semi-analfabeta quale fu fondamentalmente l’Occidente fino ed oltre il XIII secolo, lo scritto aveva in sé un valore magico. Tuttavia, il potere indotto delle immagini è ancora maggiore.