cm. 24 x 17, pp. 24 + tavv. f. t. e altro, in buone condizioni.
Tra le cinque Province di Gorizia, Trieste, Pola, Fiume e Zara, vi sono in complesso oltre 82.000 ettari di terreni in pendio, carsici, brulli, semisterili, nei quali l’unica possibilità di esercitare una azione agraria miglioratrice è rappresentata dal rimboschimento.
Generalmente, si tratta di terreni di minimo spessore (pochi centimetri di terra sulla viva roccia), nei quali vegeta un magro pascolo, che ai primi sentori di siccità ingiallisce e arresta la sua vita. Se anche non vi è siccità, è sufficiente un periodo di 24 ore di bora, per asciugare completamente la poca terra che accoglie le radici del pascolo e per sospendere ogni attività vegetativa delle erbe che lo formano.
Oltre ai terreni completamente nudi, vi sono dei terreni scarsamente cespugliosi, con magro pascolo, nei quali l’opera di dilavamento operata dalle acque continua a spogliare vaste superfici della poca terra che lo ricopre.
Vi sono ancora dei terreni a bosco ceduo, che però viene tagliato allo scadere di turni generalmente troppo brevi; dopo ogni taglio questi terreni, se in pendio, rimangono per due o tre anni esposti all’azione deleteria delle acque, del sole e del vento, in modo che la poca terra formatasi durante il turno, viene asportata dopo il taglio. In questi terreni, non si ottiene di concreto nessun miglioramento tangibile per l’avvenire, e per essi si impongono dei provvedimenti restrittivi una volta per sempre. Quali potrebbero essere i provvedimenti da applicare?