Caratteristiche e condizioni:
cm. 22 x 14, pp. 204, brossura, sottolineature a penna rossa, per il resto in buone condizioni.
Contenuto:
In Italia, così come in molti altri paesi, la psicologia, nelle sue molteplici declinazioni, ha indubbiamente conosciuto e sta conoscendo un forte sviluppo che non accenna a rallentare. Accanto a quella psicologica, in una dimensione che non è improprio definire ‘parallela’, ha preso sempre più forma un’altra area disciplinare, quella grafologica, i cui cultori, pur non essendo psicologi, si occupano ugualmente di tematiche psicologiche, analizzando la scrittura con lo scopo principale di conoscere le caratteristiche psicologiche dello scrivente.
Benché finora non siano emersi chiaramente tutti gli interrogativi che un simile stato di cose sollecita, sembra evidente che si può ormai parlare di una ‘questione grafologica’, in particolare centrata sul rapporto psicologia-grafologia, sullo statuto scientifico della grafologia e sulla validità dell’analisi grafologica, o almeno sulla validità della scrittura come mezzo di conoscenza psicologica.
L’intendimento di fondo di questo libro è pertanto quello di porre all’attenzione del mondo scientifico, e di quello psicologico in particolare, proprio tale questione, finora sostanzialmente ignorata, e di avviare una riflessione e un dibattito multidisciplinari che ne individuino e ne affrontino gli specifici nodi problematici: sul versante epistemologico, su quello teorico e di ricerca, su quello formativo e su quello operativo.
Nel volume vengono proposti saggi di epistemologi, psicologi e grafologi, in un confronto a più voci che, oltre ad occuparsi del tema sintetizzato nel titolo, fornisce informazioni sullo ‘stato dell’arte’ in campo grafologico e viene ad implicare tutta una serie di altre problematiche di fondo in ambito scientifico, come quella della validità, dell’interdisciplinarità e dello stesso statuto delle scienze psicologiche nella loro pluralità.