cm. 21 x 13, pp. 314, pecetta ex-libris (parzialmente conservata) al dorso, ritratto all’antiporta mancante, al frontespizio risulta essere stata abrasa la dicitura “I tomo”, segni del tempo ma in buone condizioni complessive.
Giorgio Baffo (Venezia 1694 – 1768) fu autore di un corpus di oltre 1200 poesie in veneziano. Pur essendo autore di un numero non esiguo di opere contro la corruzione della sua città, soprattutto del clero, e su temi filosofici, Baffo resta noto soprattutto per i suoi componimenti licenziosi.
«Mi dedico ste mie composizion
Ai Omeni, e alle Donne morbinose,
A quelli veramente, che le cose
I varda per el verso, che xe bon.
Sotto le metto alla so protezion,
Acciò, che dalle Teste scrupolose,
Come persone tutte spiritose
I le defenda colla so rason;
Che i diga, che quà drento no ghe xè
Ne critiche, nè offese alle persone,
Che de Dio no se parla, nè dei Rè,
Ma sol de cose belle, allegre, e bone,
Cose deliciosissime, cioè
De Bocche, Tette, Culi, Cazzi, e Mone.»