cm. 20 x 13,5, pp. 376, brossura, in ottime condizioni.
Nel dibattito teorico degli ultimi vent’anni, la dottrina economica di David Ricardo ha occupato un posto importante. I suoi “Principi” sono stati riletti e ristudiati non per il gusto archeologico della citazione, ma per esigenze di ricerca: per ritrovare dei punti di riferimento “classici”, per recuperare un metodo di analisi generale nel momento in cui appariva più evidente l’inadeguatezza dell’approccio marginalistico alla realtà economica.
Allargandosi l’attenzione della scienza economica ai problemi complessivi della vita sociale, molte delle intuizioni e delle teorie elaborate all’inizio del secolo scorso da Ricardo si sono rivelate di nuovo feconde. Il suo interesse centrale per la distribuzione e il suo tentativo di trovare “una misura invariabile” del valore (insieme con la teoria del valore-lavoro di Marx) hanno ispirato le recenti analisi di Piero Sraffa e della sua scuola in Inghilterra e in Italia.
Le sue intuizioni sul ruolo del tempo e delle condizioni ambientali nella formazione del capitale e nella determinazione dei prezzi e dei salari hanno anticipato per diversi aspetti le attuali discussioni sullo stato stazionario e sulla crescita. Come molti economisti di oggi, Ricardo era piuttosto incline al pessimismo riguardo al futuro.