cm. 22 x 14, pp. 424, brossura, in ottime condizioni.
Una rigorosa “analisi cronologica” del processo di crescita d’un organismo composto inizialmente dalle poche migliaia di militanti schierati attorno a Lenin e diventato oggi, nonostante le ricorrenti epurazioni e le fasi di ristagno del reclutamento, un partito che conta oltre 13 milioni di iscritti e che, attraverso le sue “cinghie di trasmissione” (soviet, komsomol e sindacati, in primo luogo), ha le più salde radici in ogni strato della popolazione. Ma il libro non è solo questo, è anche un’opera di fondamentale importanza per chi voglia documentarsi in modo organico e completo sulle vicende dell’Unione Sovietica dalla Rivoluzione d’ottobre ai giorni nostri. E non tanto perché nell’Unione Sovietica il PCUS è il centro motore di tutte le attività collettive e individuali, quanto perché Rigby ci offre di continuo – e con dovizia di dati e di ragguagli – la migliore testimonianza della Permanente interazione tra i mutamenti intervenuti all’interno del partito comunista e gli eventi politici, sociali ed economici che hanno coinvolto oltre duecento milioni di cittadini appartenenti al policromo mosaico di nazionalità della comune “Patria socialista.” Infatti dalle pagine del libro si trae tutto quanto occorre per comprendere e inquadrare nella giusta prospettiva sia il tormentoso iter percorso in mezzo secolo da un partito che, fino al periodo di relativa stabilizzazione dell’era di Breznev, è sempre rimasto nell’“occhio del ciclone”, sia i grandi avvenimenti che l’URSS ha sperimentato sulla propria pelle: guerra civile del 1918-1921, NEP, industrializzazione, purghe staliniane, collettivizzazione agricola, invasione tedesca, disgelo chrusceviano e, infine, le successive battute d’arresto di questa pur cauta “liberalizzazione” che hanno trovato nelle drammatiche giornate di Budapest e di Praga la loro origine e il loro stimolo. L’autore è uno storico dotato di una eccezionale obiettività di giudizio e mosso da un’ansia di ricerca della verità che lo spinge a scoprire e mettere in luce zone e linee di sviluppo potenziale finora inesplorate della complessa realtà sovietica. Non a caso, per esempio, in questa rigorosa “panoramica” del PCUS si scorgono, ben evidenziate, le radici dalle quali è germogliato l’attuale “dissenso” all’interno dell’URSS e degli altri paesi dell’area socialista, e, sia pure adombrate, quelle da cui sono sorti gli “eurocomunismi” dell’Occidente.