cm. 21 x 15,5, pp. 188, brossura, in ottime condizioni.
L’estraneità interiore è una presenza che non coincide con l’orizzonte del soggetto e tuttavia ci fonda ed insieme ci supera. Questa differenza interiore non è un’illusoria connotazione psichica, ma un dato ontologico. Il soggetto, infatti, è una realtà complessa, le cui varianti sono segni allusivi ad uno statuto ontologico, di cui la differenza è, da un lato, testimonianza, dall’altro mediazione. L’estraneità interiore è una visione prospettica dell’autenticità nella differenza e, allo stesso tempo, una sua interpretazione. Nella prima parte del volume si è cercato di chiarire l’articolato contesto ontologico, intenzionalmente metafisico, del soggetto; nella seconda parte il modello antropologico investe direttamente la sfera dell’agire, delle attese, delle speranze. Identità, differenza, autenticità, nella dinamica che i loro rapporti reciproci mettono in moto ed esprimono nella varietà della vita, trovano nella estraneità interiore il chiarimento dell’enigma della loro inquietante e, allo stesso tempo, esaltante compresenza.