cm. 20,5 x 13,5, pp. 214, brossura, in condizioni molto buone.
La fedeltà a un luogo la Sicilia e a un soggetto storico – I subalterni, i non egemoni per definizione – è il tratto distintivo della ricerca dell’autore, esercitata sia al tavolino dello storico sia sul campo dell’indagine antropologica. Si scopre così che in pieno secolo dei lumi viene costruito un potentissimo libro di magia, in cui i Salmi di David sono ridotti a talismani per le più impensabili esorcizzazioni del negativo. Che le figurazioni sui carretti siciliani sono in realtà messaggi narrativi fermi all’emittente, l’artista, e perlopiù non fruiti dal mondo subalterno. Che lo sbarco degli Alleati nella Sicilia del 1943 così com’è raccontato nei libri di Istoria ha poco a che vedere con il vissuto, con le ‘storie di vita’ dei popolani, cronisti partecipi di quell’evento.
Certo, vista dal basso la grande storia si sfalda, l’umanità che la subisce appare succube della paura, passiva e fragile, pronta a confidare nel magico e nel fortuito. Rimangono solo i repertori di oggetti di uso quotidiano, di proverbi, di modi di pensare e di agire, materiale di studio per antropologi, dialettologi, sociologi, politici, letterati. Ma anche per l’etnostoria queste non sono tanto le rovine del palazzo della storia ‘regia’, quanto le prime pietre di un nuovo edificio che, si spera, sarà più umano e più giusto.