Caratteristiche e condizioni:
cm. 21,5 x 16, pp. 350, brossura con sovraccoperta, in buone condizioni.
Contenuto:
Questo libro vuole mostrare, al di là del cliché turistico di Praga «città d’oro», tutta l’arcana sostanza, le ambiguità, il tenebrismo, il torpore, il fascino nascosto della città della Moldava. Ricorrendo ora ai congegni del mélo e dei racconti di spiriti, ora all’enfasi dei viaggiatori incantati, ora alle iperboli Kitsch degli aneddoti di birreria, in un miscuglio di inventiva e di storia, Ripellino riverbera nei riquadri di un’amplissima tela i sortilegi della metropoli boema.
Ripellino narra dell’età di Rodolfo II, degli alchimisti, del Quartiere Ebraico, del Golem, delle taverne, dell’indole funeraria e maligna di certe sue fabbriche e strade, degli stranieri che vi abitarono nel corso dei secoli, della letteratura tedesca che vi fiorí sullo scorcio dell’impero austro-ungarico, e di Hašek e di Kafka, cerimonieri dell’intero libro, e di Apollinaire, Mácha, Holan, Meyrink, e dei dadaisti boemi, e degli infernali pagliacci della pittura di Tichý, che esprimono a meraviglia la notturnalità, il malumore di Praga.
Attorno alle ombre maestre di Josef K. e Josef Švejk una selva di personaggi e di maschere recita in questo teatro. In un viavai inesauribile vi si accalcano astrologi, distillatori, negromanti, architetti, manigoldi, fantasmi, gesuiti, fantocci, sembianze di cera, autòmati, santi di pietra arenaria. Per il vasto affresco, che a tratti assume cadenze di antica cronaca, Ripellino ha tirato in ballo frantumi di annali e di vecchie riviste illustrate, vecchie canzoni da fiera e leggende, immagini di poeti e pittori cechi e tedeschi.
Nella sua flânerie innamorata per la città, egli s’indugia a enumerare non solo gli splendori del Gotico e del Barocco, le bizzarrie manieristiche, ma anche il tritume dei rigattieri, le croste da Marché aux Puces, le fatiscenti reliquie, che hanno gran parte nel Logos di Praga.