cm. 24 x 16, pp. 268, brossura, in ottime condizioni.
Anche quest’anno, col ritorno della primavera, prendono a circolare le pagine della nostra rivista, fresche di stampa. Non hanno fatto gemere i torchi, come quelle dei libri che amiamo vendere: dopo aver rimbalzato, sotto forma di files, da un computer all’altro, sono state impresse con metodo industriale. Ma sotto ogni altro profilo, sono pagine artigiane. L’amore per il libro, infatti, conserva un’indole squisitamente artigianale; è esperienza che si tramanda, di generazione in generazione, e se induce a ricerche pazienti, permette talvolta di raggiungere sapienti risultati. Esiti mai perfetti, tuttavia, mai del tutto compiuti. E tali saranno appunto le notizie che ci accingiamo ad offrirvi: materiali lavorati con cura e passione, ma tappe di un percorso in fieri, che vi invitiamo a proseguire assieme.
Artigiano è poi l’impegno di chi ha raccolto i contri buti di questo numero e ha dato loro ordine ed uniformità: l’intera redazione ha lavorato esclusivamente per amor librorum. Di qui gli altri pregi e gli altrettanti difetti della nostra rivista. È buona cosa, in primo luogo, che le sue pagine – assai economiche non pesino sui bilanci della nostra associazione. Bello è poi vedere co me suscitino, tra noi librai, un vivace e sempre più fitto dialogo per renderle migliori, anche e semplicemente attraverso lo scambio di utili consigli e l’invio di preziosi suggerimenti. Un grazie particolare – sotto questo profilo merita il nostro Giuseppe Solmi, che ha voluto segnalarci la carta xilografica settecentesca, davvero raffi nata, riprodotta in copertina.
Anche nell’annata 2017 – ça va sans dire – troverete infine dei difetti. Detto questo, tuttavia, da buoni arti giani ci limitiamo a chiedere perdono di eventuali refusi e vi salutiamo con l’augurio degli antichi stampatori: vivete felici.