cm. 20,5 x 13, pp. 376, copertina rigida con sovraccoperta, in ottime condizioni.
Rodolfo il Glabro, di cui la Fondazione Valla pubblica le Cronache dell’anno mille in una fondamentale edizione critica, nacque attorno al 985 e mori attorno al 1047. Fu un monaco cluniacense, allievo di Guglielmo da Volpiano: irrequieto, nevrotico, sempre in fuga; e per questo tanto più legato alla fede religiosa che lo schiacciava. Era un uomo colto, complicato, sottile – e fanatico, e rozzo come il più rozzo contadino medievale. Le Cronache dell’anno mille raccontano la storia d’Europa dal 900 fino ai suoi tempi. Rodolfo è un teologo: sa che Dio è coincidenza di opposti: «immobilmente mutevole e mobilmente immutabile»; e tutto il suo li bro consiste nella ricerca della mano di Dio nella storia umana. L’uomo è peccatore: forse nessuno scrittore, in tutto il Medioevo, ha una coscienza così tremenda della malvagità dell’uomo, che né interventi celesti né pellegrinaggi né reliquie né apparizioni meraviglio se possono alleviare. «Il genere umano è incline fin dall’origine al male come un cane al vomito, o come una scrofa che si lava sguazzando nel fango.» Rodolfo racconta prodigi e calamità naturali, che sembrano rivelare un piano soprannaturale: orrori che la nostra fantasia ha difficoltà a concepire, corruzioni, stupri, empietà, guerre, vizi innominabili, epidemie, follie; ed è convinto che il mondo si stia avviando verso la sua prossima fine. In questa trama di eventi, Rodolfo cerca un senso. A chi risale la colpa delle sventure e delle nefandezze che formano il tessuto della storia? Agli uomini, col cuore guasto e le mani insanguinate? O a Dio che, di generazione in generazione, si vendica implacabilmente dei peccatori? Ma il senso, alla fine, sfugge a Rodolfo. I nessi cronologici del racconto si disgregano, perché la stessa realtà è disgregata. Mentre egli guardava e riguardava questa storia di infamie e insensatezze, forse si accorse di quanto noi percepiamo distintamente nella sua opera. I fatti da lui narrati sono figli di un destino atroce e casuale: Dio vi è completamente assente. In tutto il libro, c’è un solo segno di Dio: quel passo famoso dove la terra, «come scrollandosi e liberandosi dalla vecchiaia», «si riveste di un candido manto di chiese».
Questo volume contiene un ricco corredo iconografico, con illustrazioni tratte da codici, bassorilievi e altre manifestazioni artistiche medievali.