cm. 21 x 14, pp. 458, brossura, iniziali a penna al verso del piatto anteriore, in ottime condizioni.
In quest’opera ormai classica e tra le più discusse nell’ambito della sinistra italiana, l’autore esamina, attraverso una ricostruzione storica «impura», lontanissima dalla tradizionale indagine critica di stampo accademico, un secolo di letteratura italiana, rivelando, in tutte le sfumature «estetiche» e le mistificazioni ideologiche, il carattere «costituzionalmente» piccolo-borghese del populismo italiano. Il punto di vista dell’Asor Rosa è essenzialmente politico, e politico è il senso del suo discorso letterario: mediante una puntuale definizione e una acuta critica delle varie ideologie populistiche fermentate in Italia da Mazzini a Oriani, attraverso Gramsci, fino a Cassola e Pasolini, l’autore coglie quelli che sono i caratteri ei comportamenti più tipici dell’intellettuale italiano posto di fronte all’impegno sociale. Il libro si pone cosi in aperto contrasto, specie per quel che riguarda la utilizzazione di concetti come «progressismo» e «impegno», con la politica culturale del Partito comunista italiano e le sue alleanze con la intelligentsija.