cm. 21 x 12,5, pp. 214, brossura, in ottime condizioni.
Sotto un cielo metallico, il Nord pare un enorme capannone popolato di gente che suda in mezzo a macchine da concia, frese, pompe, telai, presse, scarichi e nastri trasportatori; una prigione-incubatrice dove i diecimila campanili sembrano i parafulmini di una tremenda energia lasciata a se stessa, quella delle appartenenza locali; un luogo chiuso che produce stress da superlavoro e ansia febbrile. Con il successo del suo linguaggio elementare, la Lega Nord svela che e cresciuta tra noi una nuova pianta-uomo: quella dello spaesato, uscito dalla cultura di paese e smarrito in quella globale. Per radicarsi a uno spazio vitale in cui fatica a riconoscersi, non cerca risposte razionali ma simboli. E Bossi, prima ancora che uno spazio politico, ha occupato questo territorio immaginario e mitico, dove non ha concorrenti. ln questo viaggio nel Nord e nei suoi simboli (i fiumi, i campanili, i ponti), Rumiz ricostruisce una mappa che non è solo quella delle aree produttive o dei collegi elettorali, ma che tiene conto della forza radicale delle mentalità e delle tradizioni, proprio nel momento in cui sembrano essere scalzate dallo scontro con una nuova era.