Millo I PEGGIORI ANNI DELLA NOSTRA VITA Trieste in guerra 1943-1945
cm 30,5 x 21,5, pp. 202, cartonato, in ottime condizioni.
Nel periodo che va dall’8 settembre 1943 al 30 aprile 1945 Trieste si trovò ad essere la capitale di quella sorta di protettorato germanico, non più Italia, non ancora Germania, chiamato Litorale Adriatico, poi, per quarantadue giorni, città autonoma del Litorale Sloveno.
La storia degli avvenimenti susseguitisi in quel tempo è stata ampiamente testimoniata da coloro che ne furono i protagonisti, esami nata e analizzata da storici di differente estrazione e nazionalità.
Questo volume non ha altra pretesa che quella di documentare le difficoltà e le traversie, ma anche la volontà di sopravvivenza, di una popolazione che in uno dei periodi più tragici per la città voleva continuare a vivere, semplice e laboriosa, nella sua Trieste. In questa minuta cronaca della città trovano testimonianza scritta e visiva la muta disperazione delle famiglie private di casa ed averi dai bombardamenti, il dramma corale dei militari italiani braccati dai tedeschi, lo smarri mento degli anziani costretti al lavoro coatto e quello dei giovani portati a forza davanti ad una commissione di leva, infine il travaglio di quanti non avevano altra colpa se non quella di voler essere e rimanere italiani. In queste pagine scorrono le facce anonime di quanti, pur avendola vissuta, non sono mai comparsi in alcuna storia. Persone del tutto uguali a noi, con i loro sentimenti, le loro pene, le loro illusioni, senza storia di cui mai nessuno ha scritto se non quando, per uno di quelli che eufemisticamente vengono chiamati incidenti della vita, il loro nome è entrato, in stretto ordine alfabetico, in un elenco di caduti.
Molto più spesso di quanto si possa pensare, a decidere della loro sorte è stato il caso: Allora soffermarsi durante un bombardamento aereo al riparo di un muro, invece di un altro, poteva essere ragione di vita o di morte; entrare un certo giorno in un cinema o in un locale pubblico, fare una strada al posto di un’altra, poteva essere causa di incappare in un’improvvisa retata, terminando in un campo di lavoro in Germania da cui non si sarebbe più fatto ritorno; portare un segno tri colore era una sfida che poteva costare la vita.
Documenti, fotografie, notizie e commenti riguardanti la vita cittadina provengono nella quasi totalità dagli archivi e dalla stampa con trollata dagli occupanti, ma pur nella loro evidente soggettività non sempre riescono a nascondere il basso tenore della qualità della vita di quei giorni, in cui l’assillo quotidiano era, oltre a trovare qualcosa di cui sfamarsi, come sottrarsi alle disposizioni tedesche, come sfuggire alle «guardie popolari» slave.