cm. 22 x 14, pp. 348, brossura, in ottime condizioni.
Karl Kautsky (1854-1938) è stato una delle figure dominanti del marxismo dall’inizio degli anni Ottanta alla vigilia della seconda guerra mondiale. Considerato nell’età della Seconda Internazionale come il più autorevole l’erede” e “custode” dell’opera teorica di Marx e di Engels, Kautsky è stato, dopo l’agosto 1914 e ancor più dopo la rivoluzione del 1917, il maggiore avversario a livello teorico di Lenin, il quale, esprimendo tutta la propria delusione per il fatto di vedere schierato contro la rivoluzione e la Russia sovietica colui che aveva considerato uno dei suoi grandi “maestri,” lo bollo definendolo un “rinnegato.” Non solo Lenin, ma anche Bernstein, Rosa Luxemburg, Pannekoek, Trockij, Bauer (per indicare solo i nomi maggiori) si incontrarono e scontrarono nel corso della loro opera con Kautsky. Questo libro è il primo che esaminò in modo complessivo la concezione del processo rivoluzionario elaborata da Kautsky nel periodo compreso fra le leggi eccezionali di Bismarck contro la socialdemocrazia tedesca e i Fronti popolari. L’attenzione è rivolta in modo centrale al nesso fra democrazia e socialismo, così come esso venne concepito da Kautsky durante il suo lungo e complesso iter politico e intellettuale. L’autore mette a fuoco il pensiero di Kautsky su una serie di problemi che stanno oggi al centro del dibattito teorico marxista: il ruolo dello Stato nei paesi a capitalismo avanzato, le differenze tra “Oriente” e “Occidente,” la ricerca di una via al socialismo fondata non sulla “dittatura” di una minoranza ma su un dominio legittimato dal consenso, il rapporto fra spontaneità e organizzazione, il rapporto fra partito e sindacati, il ruolo degli intellettuali, la questione delle alleanze sociali, l’imperialismo e l’“ultraimperialismo.” Nel corso della sua analisi Salvadori pone in luce come il pensiero di Kautsky abbia anticipato molte di quelle caratteristiche con cui va delineandosi il volto dell’”eurocomunismo.” L’ultima parte del volume è dedicata a ricostruire per un verso l’interpretazione data da Kautsky della natura sociale dell’URSS e dello stalinismo (che egli intese come espressione del dominio di “una nuova classe”) e per l’altro l’interpretazione del fascismo (che considerò. analogamente a Croce, una parentesi e un’eclissi della civiltà).