Caratteristiche e condizioni:
cm. 21 x 13,5, pp. 212, brossura, in ottime condizioni.
Contenuto:
I mille fili che nel dopoguerra legano i partiti italiani, soprattutto di sinistra, alle esperienze politiche e culturali maturate nel corso dell’esilio antifascista, stanno a dimostrare come quest’ultimo non fu soltanto testimonianza di irriducibile opposizione morale e politica al fascismo. Al contrario, i “fuorusciti” – come vennero dispregiativamente definiti dalla propaganda di regime – seppero il più delle volte sostanziare il loro impegno di lotta di un intenso quanto proficuo sforzo di rinnovamento culturale e politico: interrogandosi sulle cause della sconfitta subita ad opera del fascismo, dando vita a processi autocritici rigorosi, aprendosi al confronto con le novità che maturano sullo scenario europeo nel corso degli anni Venti e Trenta, pervenendo infine alla definizione di ipotesi e di proposte ricostruttive di cui la democrazia italiana si sarebbe largamente avvalsa all’indomani della Liberazione.
In tale contesto, una particolare attenzione è rivolta all’analisi critica di momenti e aspetti salienti nella storia dell’antifascismo di ispirazione laico-repubblicano-socialista: dai rapporti degli anarchici con il movimento Giustizia e Libertà al travaglio politico e ideologico di quest’ultimo tra intese unitarie con altre formazioni antifasciste e ricerca autonoma di un socialismo dalle spiccate connotazioni federaliste e libertarie, dal complesso, laborioso ma in ultima analisi fecondo processo di rinnovamento del Psi all’esperienza d’esilio della Massoneria di Palazzo Giustiniani, che per la prima volta viene ricostruita nel suo complesso.