cm. 20,5 x 12,5, pp. 274, brossura, firma di appartenenza, segni di evidenziatore, per il resto in buone condizioni.
Un levriero, che ha salvato un bambino dal serpente, ma che viene ingiustamente ucciso dal cavaliere suo padrone, diventa nel XIII secolo oggetto di un culto materno di guarigione. Le contadine della Dombes portano i loro figli in pericolo di vita al luogo leggendario della sua tomba. L’inquisitore Etienne de Bourbon indaga, descrive, combatte il culto superstizioso»; contadini, signori, clero riflettono nel l’atteggiamento verso questo episodio devozionale i loro conflitti, i loro rapporti di forza, le loro culture.
«I poli essenziali del sistema socialmente differenziato di rappresentazione dell’Europa feudale» vengono analizzati sul lungo periodo in un fatto minuto di folclore che persiste, trasformandosi, fino alle soglie del ‘900. Ma, accanto a questo episodio localizzato, il libro ci fa percorrere, tra la Francia e la Valle Padana, l’area ben più vasta di una devozione cangiante per Saint Guinefort, qui cane là uomo. Gli strumenti dell’etnologia e della storia, l’indagine sul campo e la lettura strutturale dei testi si intrecciano e si rafforzano «per arrivare a identificare l’infinita varietà degli atteggiamenti culturali in funzione della diversità delle condizioni sociali».