cm. 23 x 14,5, pp. 130, brossura, timbro di appartenenza, in ottime condizioni.
Il proposito iniziale era quello di ristampare le Lettere triestine, opera tanto importante (tra le maggiori) di Slataper quanto poco conosciuta da un più ampio pubblico. Ma le Lettere triestine ebbero un seguito polemico sulla «Voce» che andò anche al di là dei propositi immediati dell’Autore; e furono al centro di una polemica che coinvolse anche il problema della strategia degli schieramenti politici ed elettorali triestini di quegli anni. Non che Slataper non avesse considerato la questione. Anzi. Solo che il suo disegno immediato era quello di dare uno sguardo d’assieme – polemico e «impegnato», di spessore storico, fondato sui dati- alla «coltura» a Trieste e ai suoi mezzi e istituzioni. Ma era logico che un discorso disincantato su questi problemi dovesse toccare argomenti delicati ed era ovvio che l’iniziativa suscitasse polemiche. E le polemiche toccarono alcuni nodi scottanti, se si vuole – in una certa prospettiva – terra terra, come i dati elettorali recentissimi. Ma non solo questi. E chi guardava la questione con la volontà di una visuale più ampia (Slataper stesso, in testa), intese ricondurre il dibattito alle questioni di fondo, a un modo meno nevroticamente ossessionato dall’incidenza dei dati immediati e più minuti del presente nella considerazione della complessa realtà triestina. Ma la polemica bruciava e tormentava le parti in causa più coscienti e sofferte. Ecco perché si è voluto corredate la pubblicazione delle Lettere di un’appendice necessaria: in cui spicca – tra gli altri – uno scritto «raro», poco noto ma importante, di Slataper (mai pubblicato dallo scrittore). Già edito nella rivista «La città», il testo del manoscritto Lettere triestine (con sottotitolo poi eliminato – ma importante – Perché le scrivo) viene ripresentato in questa edizione dopo un controllo accurato sull’originale.