cm. 22 x 14, pp. 222, copertina rigida con sovraccoperta (con strappi), in buone condizioni.
Questo libro sostiene una tesi sorprendente e, pagina per pagina, la rende accettabile e infine inevitabile. E la tesi che le fiabe tutte ed in particolare quelle raccolte dai fratelli Grimm sono ispirate al ciclo mensile della luna, ne narrano la vicenda, ne adottano il lessico. L’astro che illumina le notti, la luna crescente o calante, e soprattutto la luna cinerea dei noviluni, traspare attraverso i personaggi fiabeschi, e dà senso alle loro curiose storie.
Cappuccetto Rosso è una bambina occultata dal cappuccio, che affronta il cammino del bosco (lo zodiaco) verso il biancore della nonna. Il lupo che emerge dalla cuffia calante della vecchina è l’ombra che invade la luna e diviene il mostro (il sole) che divora la bimba; ella infine riemerge come prima falce lunare. Cenerentola è la luna cinerea davanti al fuoco (novilunio). Ella abbandona l’oscurità e affronta il bosco nel quale riceve da un uccellino abiti sempre più luminosi, fino a raggiungere lo splendore di una regina (plenilunio). Deve periodicamente riporre gli abiti regali e tornare alla sua iniziale oscurità, così co- me la sua scarpina di cristallo è la luce di speranza (prima falce di luna) che emerge dalla pece infernale. Biancaneve è il can- dido splendore della luna (in una versione della fiaba è chiamata Luna) che il cattivo destino (la matrigna) ripetutamente occulta in sonni mortali, da cui ella sempre risorge splendente. La bara di cristallo è il cielo, ove la bella addormentata attende un celeste salvatore.
«Le fiabe» scrive Sermonti «non parlano di creature di questa terra, sono storie di anime vaganti verso la resurrezione. Il loro mondo è spostato rispetto al nostro, perché esse non vivono la nostra vita, ma quel tempo doloroso, trepidante, anelante che noi chiamiamo morte. Cappuccetto Rosso, Cenerentola, Biancaneve… sono esserini pallidi, afflitti, velati, che hanno intrapreso una via recante all’esilio (nel ventre del lupo, nella pece nera, nella casa dei nani) e solo sulla fine alla redenzione e alla luce.» Presenza costante nelle favole di tutti i popoli, la luna appare sotto infiniti volti nella mitologia greca e, come annuncio di resurrezione, porta la novella cristiana: Ergo annuntiavit luna mysterium Christi (sant’Ambrogio). Ma anche le «favole scientifiche» adottano il puntuale e circolare stile lunare.
Il libro si compone di quattro parti, ognuna conclusa da sette racconti: sette storie di cui la luna è personaggio, sette tra miti classici ed episodi sacri, sette fiabe del focolare, infine sette favole «scientifiche» scandite dalla puntualità della luna. «La luna» conclude l’autore «è una viva parte di noi situata nella lontananza… Ella è una maniera del nostro pensiero, una forma della logica.»