cm. 23 x 14, pp. 126, brossura, in ottime condizioni.
La grandezza di Biagio Marin si manifesta attraverso la sua monumentale opera poetica intitolata ‘I canti de l’isola’. Questo lavoro in versi copre l’intera esistenza del poeta dal 1912 al 1985, tratteggiando un quadro epico che spazia dai ‘Fiuri de Tapo’ a ‘La vose de la sera’ fino a ‘Lontane rade’. Marin, poeta di Grado, canta la sua isola con maestria, descrivendo venti, cieli, nuvole, mare, laguna, vele e gabbiani, paesaggi, donne e matrimoni. Oltre a ciò, le sue parole abbracciano la terraferma circostante, dal Golfo dell’Istria al Friuli e alle Alpi, celebrando la sua gente. Tuttavia, i suoi versi vanno oltre Grado, diventando l’espressione di una vita in cui l’effimero della quotidianità umana si fonde con l’eternità. La sua creatività poetica assume una ritualità che rivela la consapevolezza e la riaffermazione di valori, nonostante la precarietà del presente. Allo stesso tempo, si può percepire in essa una contemplazione religiosa, una liturgia tutt’altro che formale.
L’autrice delinea in modo chiaro le tappe del percorso intellettuale e umano di Marin, dai suoi anni di scuola sotto l’impero asburgico al periodo trascorso a Vienna, dall’incontro con i ‘vociani’ all’amicizia con Slataper, Prezzolini, Jahier, Amendola e Salvemini. Sono illustrate anche le sue diverse occupazioni come insegnante, dirigente, impiegato e bibliotecario, oltre al suo coinvolgimento politico. Questo ritratto avvincente di una delle voci più rilevanti della poesia italiana contemporanea è arricchito da un’analisi dettagliata della sua produzione letteraria e da un ricercato apparato iconografico.