cm. 22,5 x 14, pp. 278, copertina rigida con sovraccoperta, in ottime condizioni.
Quest’opera, scritta da un filosofo di genio, che da tempo è al centro del dibattito filosofico, fornisce un’interpretazione radicalmente originale dei rapporti tra l’attualità storica e le radici della nostra civiltà. Nel primo livello di interpretazione, Emanuele Severino studia, in Téchne, eventi e problemi recenti e specifici della società italiana: il terrorismo, la critica degli intellettuali al consumismo e alla società del benessere, la gestione pluralistica o verticistica del potere politico, il rapporto tra DC e PCI, il ruolo della Chiesa cattolica, la polemica tra persuasori occulti e difensori dell’uomo, il dissidio tra valori culturali-etico-religiosi e il sistema della violenza, la congruenza tra nevrosi e organizzazione sociale, i nessi tra utopia e mito della libertà. Quindi, nel secondo livello di interpretazione, Severino mette in questione la stessa ontologia e antropologia dell’intera cultura occidentale: qui, in pagine che gareggiano, per la loro efficacia espressiva e per la loro vitalità speculativa, con pagine di Nietzsche o di Heidegger o di Norman Brown, Severino analizza organicamente e in modo inedito la crisi dell’umanesimo cristiano, dell’umanesimo borghese e dell’umanesimo marxista. Il punto di partenza è la constatazione che il nichilismo affonda le radici nella metafisica greca (Téchne è, infatti, la parola greca che nomina l’assoluta disponibilità delle cose alla volontà di potenza culminante nelle possibilità operative della scienza moderna): il punto terminale è la civiltà della tecnica che, seppure liberata da ogni ipoteca dogmatica della cultura tradizionale, si presenta, in quanto manifestazione estrema della volontà di potenza, come la forma più rigorosa, ma anche più inesplorata, dell’alienazione.