Caratteristiche e condizioni:
cm. 28 x 21, pp. 450, brossura, in ottime condizioni.
Contenuto:
nel 1978 Laura Ruaro Loseri, allora direttore dei Civici Musei di Storia ed Arte, promosse e realizzò la mostra Tesori delle Comunità Religiose di Trieste ed un importante convegno, che, per la prima volta in modo organico, contribuirono a far conoscere lo sfaccettato mondo culturale e religioso della città.
Per questa nuova occasione i Civici Musei di Storia ed Arte hanno voluto creare un capillare coinvolgimento della città: il lavoro dei ricercatori ha interessato istituzioni pubbliche e private, collezionisti e famiglie.
Con la collaborazione della Comunità Ebraica e del suo Museo intitolato a Carlo e Vera Wagner, importanti patrimoni sono stati riscoperti, studiati e messi in relazione con i beni culturali conservati nei musei. Conoscere e riflettere sulla storia della città e, nell’ambito di questa, sull’apporto offerto dalla Comunità ebraica alla crescita sociale, culturale ed economica di Trieste, significa riproporre la fisionomia di una città ricca di cultura e di culture.
Anche grazie ad iniziative come questa, può essere favorita infatti una rinascita della città, non solo dal punto di vista economico e scientifico, ma anche sul versante culturale, valorizzando quelle matrici che ne hanno caratterizzato la nascita quale porto dell’area mitteleuropea.
La ricerca ha fra i suoi scopi primari quello di aprire nuovi orizzonti di conoscenza, di arricchire il comune patrimonio culturale e di trasmetterlo. Una reale cooperazione, nel mutuo rispetto delle identità, si è verificata in questa occasione, consentendo di giungere ad importanti risultati. Molte sono le tematiche che ho ritenuto di far studiare e molte altre saranno ancora prese in considerazione. Ne è uscito un articolato quadro della presenza ebraica e della sua felice integrazione nella città.
Questo affascinante segmento di storia, costellato di scoperte preziose, questa testimonianza di una Trieste laboriosa e multietnica, nella quale affondano le radici di una cultura cosmopolita sia, per i giovani soprattutto, un punto di riferimento che possa guidarli verso traguardi di civile convivenza e tolleranza al di là di ogni diversità.