cm. 22 x 16, pp. 168, brossura, in ottime condizioni.
“La storia, se non ha da essere un gioco di marionette, è storia dei processi psichici”. A farla non è “Umanità”, ma gli uomini: si tratta per l’analisi di ridiscendere dai contenuti obbiettivi alle tensioni soggettive. Il discorso di Simmel si sviluppa su due linee, che egli cerca di saldare in qualche modo insieme: del riconoscimento che più in profondo delle strutture impersonali – Stato, cultura, società – vi è la vita di individui e comunità; del tentativo di venire a capo dell’infinita varietà dell’esperienza attraverso punti di vista euristici di indagine. La sua Geschichtsphilosophie si pone in un certo senso a metà strada fra quelle di Dilthey e di Weber.
È questo il motivo per cui fra tutte le sue opere “I problemi della filosofia della storia” è forse la più complessa, quella che fu maggiormente modificata. nelle sue varie stesure: perché in essa vive in un certo senso tutto il travaglio dello storicismo tedesco; vi si intrecciano tendenze eterogenee che pure richiedono di venir portate ad unità.