Caratteristiche e condizioni:
cm. 19,5 x 12, pp. 452, brossura, qualche traccia d’uso, in buone condizioni complessive.
Contenuto:
In questo libro c’è tutto Zweig: l’uomo e l’artista che dall’uomo trae origine e si amplifica. L’autobiografia è nel senso più che nel contenuto dell’opera, ben più vasta e complessa di una rappresentazione di fatti e di uomini. Zweig, fuggiasco dalla sua Patria, prima che fosse “degradata a provincia tedesca”, riparò in America, e là scrisse, durante l’ultima guerra, questo lavoro. Vienna ottocentesca e imperiale, in tutti i suoi aspetti mondani, artistici e letterari, a poco a poco perde il limite di spazio per diventare secolo, e così. Allora i concetti e i problemi si approfondiscono, e Zweig diventa moralista, storico, critico, giudice. Rilke, Rodin e tanti altri illustri uomini, Zweig ci presenta con semplicità, e con semplicità egli, ebreo, ci parla del problema ebraico, senza pretesa di voler risolverlo, perché nulla c’è da risolvere, ma solo da capire, da intendere. Poi gli anni della prima guerra mondiale, il suo smarrimento e brancolare in un mondo incapace di sentire la vita. Poi, alla fine del conflitto, gli uomini sbandati, il caos che nutre i germi della nuova guerra, a distanza di neanche vent’anni… e i delitti fascisti, le persecuzioni naziste. Non è senza significato che Zweig ad un certo punto dica che nel suo viaggio in Italia ha compreso che nessuna inimicizia esiste fra gli uomini se gli uomini non se la vogliono.