cm. 21 x 13, pp. 190, copertina rigida con sovraccoperta, in ottime condizioni.
André Breton, nella sua Anthologie de l’humour noir, ha indicato in Swift il vero scopritore di questa categoria estetica. Gli scritti del presente volume confermano questo giudizio e mostrano in modo evidente la tendenza del grande Decano allo “scherzo funebre e feroce”. Qui, in questi opuscoli e libelli, l’humour noir swiftiano si dispiega in tutta la sua calcolata, fredda veemenza e pervade completamente alcune composizioni, come la paradossale Modesta proposta, le bizzarre Istruzioni ai domestici e la singolare Meditazione su un manico di scopa.
Sono scritti che solo oggi, dopo Freud e il surrealismo, siamo in grado di comprendere e gustare appieno; mentre in passato hanno spesso sconcertato, se non addirittura indignato e disgustato lettori e critici. L’indignazione swiftiana di fronte allo sfruttamento inglese dell’Irlanda e alla povertà del popolo non si manifesta nelle forme della pietà o del sentimentalismo, ma, invertendo il segno, si risolve in una specie di feroce cannibalismo divertente. Nel contempo, nelle Istruzioni, Swift, fingendo di schierarsi con i padroni e di denunciare la prassi furfantesca dei domestici, ci offre un quadro complessivo di una situazione che agli occhi di Swift risulta assurda e disgustosa. Parlando della grandezza di Swift, F. R. Leavis ha messo l’accento sul senso di potenza che emana dai suoi scritti, sull’intensità (del sentimento più che dell’intelligenza) che ne scaturisce. Questa potenza e intensità, che trovano la loro più grande espressione nei Viaggi di Gulliver, si manifestano anche, in forma di pamphlet, negli scritti qui raccolti.