cm. 18 x 10,5, pp. 140, brossura, in ottime condizioni.
In quale modo il dramma da «genere letterario» autosufficiente, quale era ancora un secolo fa, è entrato in crisi, alla ricerca di una nuova definizione che meglio corrisponda all’evoluzione della società? È la domanda cui vuol rispondere questo ormai «classico» saggio di Szondi, che analizza anzi tutto la forma drammatica classica (i rapporti temporali e spaziali, la funzione dei personaggi, ecc.) e indica poi nell’opera di cinque grandi scrittori (Ibsen, Cechov, Strindberg, Maeterlinck e Hauptmann) i motivi che minano all’interno la struttura di quella forma. La seconda parte del libro è dedicata ai diversi tentativi di soluzione, fra cui spicca, per coerenza teorica e ricchezza di possibilità espressive, quello di Brecht. Il libro è preceduto da un’ampia introduzione di Cesare Cases, che ne inquadra i motivi di interesse nell’ambito della cultura italiana, e ne sottopone le conclusioni ad un’analisi stringente.