2 voll., cm. 18 x 11, pp. 828, brossura con astuccio, in ottime condizioni.
Nel mondo romano la storiografia รจ, con l’oratoria, l’unica attivitร letteraria che l’รฉlite politica accetti apertamente di praticare come ideale continuazione dell’impegno politico. Generali, senatori, magistrati esperti dei pubblici uffici, gli storici latini trasferiscono nell’indagine del passato l’ansia di problemi intuiti e dibattuti nella dura realtร presente: per Sallustio รจ la coscienza della crisi che insidia la repubblica, per Livio il tema della pace sociale, per Tacito il problema della stabilitร e durata dell’impero, insieme a quello, drammaticamente esemplato, del rapporto fra dispotismo e libertร .
In questa dimensione fortemente politica gli “Annali” tacitiani – con cui la storiografia latina classica si conclude – assumono un singolare rilievo. Dedicati alla narrazione dell’etร giulio-claudia (dalla morte di Augusto a quella di Nerone), essi ripercorrono con sintesi magistrale il cinquantennio di storia in cui prende avvio il principato romano. Imprese militari e tenebrosi intrighi di palazzo, conflitti di ambizione e di potere, congiure, delitti, delazioni rivivono nell’interpretazione di un grandissimo storico, che รจ anche un grande artista al quale la retorica offre raffinati strumenti di coloritura tragica. La pagina di Tacito s’imprime nella mente per potenza descrittiva, finezza delle analisi psicologiche, dignitร e splendore dello stile. Ma il fascino dell’opera non si esaurisce nelle qualitร letteraria. Tutto ciรฒ che in essa รจ evocato, grandi quadri di massa o angosciosi dilemmi dell’anima, viene assunto a oggetto d’indagine solo in quanto รจ legato alla storia dell’impero e al suo destino: al tema, cioรจ, su cui incessantemente si misura, con esiti (spesso) di cupo pessimismo, la passione politica di Tacito come storico e uomo di governo romano.