cm. 19,5 x 12,5, pp. 326, brossura, in ottime condizioni.
Germinale e Pratile di E. V. Tarlé, pubblicato per la prima volta a Mosca nel 1937, rimane a tutt’oggi uno degli studi fondamentali sui falliti tentativi insurrezionali dei sobborghi parigini contro la reazione termidoriana, avvenuti nella primavera del 1795, che rappresentarono gli ultimi interventi di massa degli operai e degli indigenti della capitale durante la Rivoluzione francese. L’opera, basata su un ampio spoglio del materiale archivistico e delle fonti a stampa, ha il grande merito di chiarire assai bene la dinamica dei fatti e soprattutto di far rivivere al lettore, con grande sapienza narrativa, le paure e le speranze dei protagonisti delle “giornate,” la grandezza e la tragedia di un’insurrezione fallita per mancanza di capi e di organizzazione. La disfatta del 1795 sembrò ai pochi montagnardi superstiti più importante dello stesso 9 termidoro. Si trattava, secondo Tarlé, di un errore di prospettiva. Tuttavia, secondo il suo stesso giudizio, le giornate di germinale e di pratile costituirono effettivamente l’ultimo tentativo delle masse plebee di Parigi di esercitare una diretta influenza sul corso della Rivoluzione francese” mentre “il disarmo della classe operaia parigina dopo il 4 pratile fu un fatto storico di capitale importanza, che ridusse all’impotenza gli operai in quel punto della Francia dove erano più “forti.” Perciò Tarlé sintetizza il significato delle sconfitte operaie di germinale e pratile col giudizio di uno dei pochi montagnardi superstiti, il quale disse che, dopo quelle sconfitte, parve in Europa che “il popolo avesse dato le dimissioni”