cm. 23,5 x 15,5, pp. 776, copertina rigida, in condizioni molto buone.
Livio, lo storico romano del 1° secolo a.C., compose la sua monumentale opera intorno al 27 a.C., quando le guerre civili erano appena terminate. Questo periodo turbolento influenzò il suo lavoro, che rifletteva l’ansia per il futuro della repubblica romana e l’orrore delle lotte fratricide.
Livio condivise l’impressione comune dell’epoca che un ciclo della storia di Roma stava volgendo al termine, e che l’inizio del principato di Augusto segnasse una nuova era. Questo periodo di transizione portò alla ricerca dei valori ideali che avevano reso grande Roma.
Anche se Livio aveva un attaccamento alla vecchia repubblica aristocratica e alla libertà, accettò il principato di Augusto come un mezzo per ripristinare la pace, la religione e la moralità, vedendo in Augusto il restauratore di tali valori.
La storia di Roma di Livio si concentra sulla celebrazione dei valori ideali romani, e la sua opera è caratterizzata dalla sua ferma energia spirituale, dalla riflessione interiore, dal fatalismo religioso e dalla solennità del ritmo, che incarnano lo spirito dell’età augustea. Tuttavia, la sua narrazione segue principalmente un ordine cronologico annalistico, mancando di un forte senso di sviluppo storico e di nesso causale tra gli eventi.