Caratteristiche e condizioni:
cm. 21 x 15, pp. 96, brossura, in ottime condizioni.
Contenuto:
Tradizione e tradimento – ha insegnato James Hillman – sono strettamente connessi attraverso l’etimologia e come caratterizzazione antropologica. Quanto più un bene diviene prezioso in quanto raro o di limitata disponibilità o perché carico di valori culturali e tradizionali, tanto più è facile che sia imitato e falsificato. Se in periodi di povertà e fame predominavano le sofisticazioni e le adulterazioni degli alimenti, che danneggiavano il corpo e la salute fisica, in periodi d’abbondanza le falsificazioni dei cibi colpiscono l’anima individuale e collettiva con effetti destabilizzanti, tra i quali l’attuale insicurezza psicologica alimentare è uno dei sintomi più evidenti.
Il cibo non nutre solo il corpo, ma anche l’anima, dando sicurezza psicologica quando comunica la sua storia e la sua provenienza. Rendersi conto del ruolo sociologico del cibo in tutte le sue manifestazioni apre nuove prospettive alla cucina ed alla gastronomia, che non sono da considerare espressioni superflue ed effimere, ma strutture di stabilizzazione sociale la cui falsificazione può avere effetti negativi pari a quelli delle sofisticazioni e adulterazioni. Solo in questa linea si comprende come sia stato necessario sviluppare normative nazionali e sovranazionali a protezione delle origini degli alimenti e della tradizione alimentare, di cui l’Italia e l’Europa sono ricche.
Tradizioni e tradimenti alimentari sono strettamente collegati da rapporti che divengono particolarmente evidenti in periodi, come l’attuale, di rapidi ed intensi mutamenti sociali. Quando le tradizioni tendono a dissolversi e non sono protette, si facilitano i tradimenti e le falsificazioni. La cronaca italiana è ricca di episodi di prodotti o ricette che, non protetti a tempo opportuno, hanno lasciato spazio a tentativi di falsificazioni, come è stato il caso del lardo di Colonnata o del pesto alla genovese.
Considerare, in modo distinto ma correlato, i due aspetti della tradizione e del tradimento alimentare è indispensabile per una migliore conoscenza della complessa realtà socio-alimentare italiana e rientra nei compiti istituzionali dell’Accademia Italiana della Cucina. Al tema dei falsi e delle falsificazioni alimentari il Centro Studi “Franco Marenghi” ha dedicato due distinte giornate di lavoro completate da una serie di interventi utilizzati nella stesura della presente monografia che comprende anche precisazioni sulla tipicità alimentare e sui prodotti tipici, ed è mio obbligo ringraziare tutti i componenti del Centro Studi per il loro fattivo lavoro e il vicepresidente Gianni Franceschi e il Segretario Nemo Cuoghi per il non facile lavoro di revisione.