cm. 19,5 x 14,5, pp. 156, brossura, in ottime condizioni.
Le periferie della Rhondda Valley, i quartieri popolari di Pontypridd, le fabbriche e le miniere ormai chiuse: tra le rovine di quello che è stato un tempo il produttivo Galles minerario, in un paesaggio sociale e urbano dell’era postindustriale, si muovono i protagonisti di questi racconti, uniti dal comune tentativo di evadere dalla loro storia e dal loro presente, individuali e collettivi. Ma se le vie di fuga sono quasi sempre autodistruttive (alcol, droghe, sesso compulsivo, crimine, violenza), se il nucleo familiare è il luogo dell’anaffettività o dell’abuso, inattese possibilità di riscatto rimettono continuamente in gioco i destini come puzzle mai conclusi. Poco più che ragazzi, si aggirano ai margini delle periferie, sullo sfondo anonimo di strade, aeroporti, treni, luna-park e stazioni di servizio, osservati da una distanza affettuosa, mentre si salvano per puro caso o scoprono se stessi nell’attimo della perdizione: come fratelli e sorelle che attraversano a passo incerto le stesse sofferenze, la stessa fatica di crescere e di sopravvivere in una società che ignora ed esclude. È questa continua, reiterata privazione che Rachel Trezise coglie e registra in una prosa limpida e graffiante, densa di richiami alla musica, al cinema, alla fotografia, arti che hanno rappresentato per lei – insieme alla letteratura – la via del riscatto.