Caratteristiche e condizioni:
cm. 20 x 22, pp. 200, brossura, in ottime condizioni.
Contenuto:
Diciannove fotografi per ricordare, per narrare, per testimoniare. Questo vuole essere il catalogo della mostra “Trieste dei manicomi”. Il libro, che raccoglie immagini e scritti di un percorso rivoluzionario, se non semplicemente ovvio (il corsivo è di Franco Basaglia), è nel contempo un documento/memoria, l’elogio di un uomo e della sua battaglia di civiltà, ed una storia da raccontare a chi, volente o nolente, ha voluto o subito l’inizio della fine di un modo di fare scienza/istituzione/repressione, avulso ormai anche dal minimo di umanità.
È quindi, soprattutto, una storia da leggere attraverso le fotografie, che scorrono ritmandone i passaggi essenziali, dal crudo realismo del 1968 a Gorizia, via via percorrendo l’epoca della grande festa, della trasformazione basagliana, fatta di artisti, spettacoli, laboratori, assemblee, convegni, processi, viaggi per mare e per cielo, ma anche di una grande spinta verso la libertà, la deistituzionalizzazione, l’umanizzazione; sino al periodo attuale, dove prevalgono le immagini di quotidianità, di lavoro, di concreto e difficile tentativo di inserimento nella vita dei tutti.
In ogni tratto di strada Franco Basaglia è costante presenza, a volte sullo sfondo, altre come illuminazione, riconfermandosi costantemente spirito-guida di questa avventura. Dai suoi scritti traspare la lucidità della sua visione, la radicalità della sua lotta, l’amore per gli uomini, per tutti in quanto tali, tradotto in azioni quanto schivo nel dire di sé.
Questo volume è ancora un tratto di realtà di uomini vivi nella loro vita, fortunata o sfortunata, vincente o perdente; come dire: la vita di chi ha vissuto e vive, dove non si può mai dire la parola fine, ma si vuole orgogliosamente e comunque si deve umilmente continuare a vivere e a lottare. Si avverte entusiasmo, verso la libertà, la deistituzionalizzazione, l’umanizzazione; sino al periodo attuale, dove prevalgono le immagini di quotidianità, di lavoro, di concreto e difficile tentativo di inserimento nella vita dei tutti.
In ogni tratto di strada Franco Basaglia è costante presenza, a volte sullo sfondo, altre come illuminazione, riconfermandosi costantemente spirito-guida di questa avventura. Dai suoi scritti traspare la lucidità della sua visione, la radicalità della sua lotta, l’amore per gli uomini, per tutti in quanto tali, tradotto in azioni quanto schivo nel dire di sé.
Questo volume è ancora un tratto di realtà di uomini vivi nella loro vita, fortunata o sfortunata, vincente o perdente; come dire: la vita di chi ha vissuto e vive, dove non si può mai dire la parola fine, ma si vuole orgogliosamente e comunque si deve umilmente continuare a vivere e a lottare. Si avverte entusiasmo, osato oltre il precostituito dogmatico e dottrinario. Per confermare il senso di un discorso che continua, il passo narrativo di Fabrizia Ramondino, con maestria, ci immette nella semplicità dell’oggi, variopinta ed ancora gravida di tematiche irrisolte, mentre il contributo storico di Giuseppe Dell’Acqua ci fornisce elementi per completare un personale giudizio sull’insieme degli avvenimenti.
Che poi infine – e c’è ancora chi non ne è contento – questo pezzo di civiltà sia accaduto qui a Trieste, che proprio a questa città appartenga innanzitutto, è un motivo in più per sottolinearne gli aspetti più veri, positivi ed universali, ed un autentico motivo di orgoglio per questa Casa Editrice, che sempre ha fatto proprio di Trieste, nella sua unicità, l’occasione/pretesto per parlare dell’Uomo, delle sue opere migliori, della sua – indomabile – vitalità.
Anna Maria Marinello