cm. 24 x 17, pp. 200, brossura, in ottime condizioni.
Israele è l’unico stato al mondo che non vuole fissare i suoi confini. Perché? Perché la sua cifra è l’indeterminazione. Israele si offre come rifugio per tutti gli ebrei, eppure oltre metà di loro resta in diaspora. Vuole vedersi riconosciuto dagli arabi e dal resto del mondo come Stato ebraico, ma non si riconosce ufficialmente per tale, visto che a 65 anni dalla fondazione parlamento e opinione pubblica ancora si dilaniano su un progetto di legge che ne sancirebbe la matrice ebraica 1. Non riesce a stabilire chi sia e chi non sia ebreo – motivo per cui non si è dotato di una costituzione – mentre considera ogni ebreo un israeliano in potenza, cui attribuire automaticamente la cittadinanza se «salirà» nella patria promessa da Dio ai discendenti di Abramo. È sionista per definizione, dunque considera Gerusalemme (Sion) la sua capitale una e indivisibile, eppure una quota importante dei suoi cittadini – la cospicua minoranza araba ma anche parte della maggioranza ebraica, specie l’iperortodossa, autosegregata perché refrattaria allo Stato laico – non lo è né intende diventarlo.