cm. 22 x 14,5, pp. 222, copertina rigida, in ottime condizioni.
Le lettere con cui Vanzetti aveva scosso la coscienza del mondo intorno al suo caso erano lettere pubbliche, scritte per la collettività, anche se indirizzate a singole persone. E in ognuna di esse era sempre presente lo sforzo di una faticosa elaborazione ideologica che servisse alla causa anarchica, oltre che a suscitare la ribellione contro l’ingiustizia della condanna. Quelle lettere, insieme a quelle di Nicola Sacco, dopo la morte dei due martiri sono state raccolte in un volume che ha lievitato negli Stati Uniti un esame di coscienza collettivo che dura tuttora. Tradotte in varie lingue, esse sono ancora oggi inedite in Italia. Ma accanto all’epistolario pubblico, Vanzetti aveva continuato anche in carcere il suo carteggio privato con la famiglia: lettere scritte senza il sospetto che un giorno potessero essere pubblicate, nelle quali egli riversava speranze e delusioni, con le quali cercava di portare conforto e coraggio ai suoi cari. Di queste lettere, solo qualcuna è casualmente comparsa su periodici e pubblicazioni di vario genere. In effetti, esse costituiscono un documento inedito e umanissimo per penetrare gli sviluppi e la crescita spirituale e morale di una personalità tra le più singolari del nostro secolo. Dalla prima, ingenua lettera del 1901, agli straordinari messaggi di virile fermezza scritti alla vigilia della morte, c’è tutto l’arco di una vita «sacrata alla giustizia e alla libertà per tutti».