cm. 21,5 x 13,5, pp. 376, brossura, in buone condizioni.
L’edizione critica dell’opera omnia di Nietzsche che sta apparendo in Italia e la massiccia rivalutazione del pensiero nietzscheiano compiuta dalla filosofia francese in questi ultimi anni, hanno fatto di questo autore un segno di contraddizione, oggetto di attente riletture filologiche o di viscerali adattamenti in cui giocano strutturalismo, psicanalisi, marxismo, tutti debitamente (o indebitamente) rivisitati. La rigorosa e penetrante rilettura che Gianni Vattimo dà di Nietzsche in questo libro passa criticamente attraverso le varie interpretazioni attuali per approdare a conclusioni che in ogni caso vanno al di là dell’immagine convenzionale del Nietzsche scolastico. Il problema che Nietzsche pone è quello della necessaria allegoricità e profeticità del pensiero, almeno nell’attuale fase dei rapporti tra intellettuale borghese in rivolta, potere della classe dominante, e movimento rivoluzionario del proletariato. L’uso nazista delle dottrine di Nietzsche, che sono tutte incentrate intorno al problema della liberazione, attesta sia un limite del suo pensiero che non ha saputo trovare un esplicito collegamento col movimento politico del proletariato sia una effettiva, e oggi sempre più evidente, insufficienza del movimento rivoluzionario del proletariato, che non ha quasi mai saputo recepire, come contenuti della propria azione di rinnovamento, le istanze etiche radicali fatte valere dall’avanguardia intellettuale borghese. L’incontro con il pensiero di Nietzsche è oggi ben più che lo sforzo di dare una fisionomia precisa a un momento della storia della filosofia; esso ci mette di fronte – per il nesso che evidenzia tra gli ultimi esiti dell’esistenzialismo come erede dell’avanguardia intellettuale borghese del primo Novecento, il problema della liberazione del simbolico e quello della rivoluzione effettiva nella nostra società – a un insieme di questioni da cui dipende l’avvenire.