cm. 22 x 14,5, pp. 388, copertina rigida, in buone condizioni.
L’opera di Velikovsky “Mondi in collisione,” al suo apparire, proponeva, su piani diversi, due fatti miracolosi: quello di un uomo che in dieci anni conduce da solo l’indagine più vasta e straordinaria su tutto quanto è stato tramandato da testi sacri, leggende, saghe, tradizioni d’ogni paese e gente, per penetrare il mistero della storia del mondo. E quello ancor più miracoloso di ricostruire da queste voci, captate da oscure lontananze, il dramma cosmico di Terra e astri al di là d’ogni età conosciuta dall’uomo. Il New York Times Book Review scriveva di “Worlds in collision”: “Questo libro è l’epicentro di un vero e proprio terremoto letterario. È stato superato nelle vendite da un solo libro: la Bibbia.”
Mentre ben presto le tirature giungevano e sorpassavano le 100.000 copie in America, saliva insieme anche il rumore intorno all’opera; dal campo severo della scienza muovevano le più dure critiche alle ardite ipotesi di Velikovsky ed erano messe a silenzio le voci indulgenti o di simpatia di coloro, fra gli scienziati, che si interessavano all’opera. Tanto più dura e assoluta la critica, in quanto era difficile, anzi impossibile, che questa critica giungesse a un vaglio preciso dell’enorme materiale di erudizione su cui Velikovsky ha poggiato la sua audace e rivoluzionaria indagine sulle architetture del mondo. Ma “Mondi in collisione” non perdeva terreno però; e il libro giungeva, nelle sue traduzioni, a sempre più vaste zone di lettori, pubblicato da ottimi editori in Francia, Inghilterra, Svizzera, Germania e Giappone.