cm. 27 x 23, pp. 100, brossura, in ottime condizioni.
Questa mostra e questo catalogo vogliono essere l’o maggio della sua città a una figura che è davvero riduttivo definire semplicemente ‘collezionista’, anche se la sensibilità per l’arte, l’occhio nelle scelte e il piacere del possesso, sono stati senza dubbio tratti caratterizzanti della sua personalità e oggi trovano visibile riscontro in una raccolta d’arte moderna che non solo è una delle più belle e originali collezioni di Trieste, ma che, con le straordinarie opere di De Pisis appartenute a Giovanni Comisso, si identifica anche con un importante capitolo di storia della cultura italiana contemporanea.
Manlio Malabotta, nato nel 1907, di professione notaio, non è stato soltanto un intelligente e appassionato raccoglitore di opere di altissima qualità, cosa che di per sé costituirebbe un merito, ma prima ancora è stato un protagonista del dibattito sulle arti, un critico acuto e originale, attento in egual misura ai fenomeni del suo tempo e ai precedenti storici, anzi convinto, come dimostra ancora la sua bella biblioteca, che non si può essere ‘moderni’ senza partire da molto lontano. Tutto ciò accompagnato da una scrittura molto personale, un po’ brusca ma efficace, típica di chi ha troppe cose da dire per sprecare tempo nella bella forma, nei giri di parole. Cosicchè i suoi scritti, oggi, appaiono molto più attuali di altri della sua epoca, per quell’immediatezza così moderna, così dissacrante, che ci fa leggere con piacere e ci induce più facilmente alla riflessione su temi che, dopo decenni, sono ancora vivi.