cm. 22 x 14,5, pp. 872, copertina rigida, in ottime condizioni.
L’importanza di Vico risiede nella sua capacità di aprire prospettive dialettiche per concludere la preistoria dell’umanità e porre fine allo sfruttamento dell’uomo sull’uomo. Marx, Labriola e Pisacane sembrano confermare che, sebbene Vico non avesse più nulla da dire ai sostenitori della civiltà industriale, fosse invece un pensatore influente per coloro che si opponevano alla società capitalistica. La sua esitazione di fronte alla piena storicizzazione dell’uomo, il suo legame con il naturalismo e l’attrazione per l’epoca poetica erano testimonianze del dramma del suo tempo, i cui elementi si ripresentano in modo invertito oggi. Mentre per Vico il problema era il passaggio da una società simultaneamente storica e naturale a una società completamente storica, per noi il problema è eliminare le brutali realtà che trasformano la società storica in una società naturale. In questa operazione vediamo la possibilità di recuperare la dimensione di naturalità che Vico considerava il fondamento dell’umanità universale. È fondamentale non confondere i termini della questione e perseguire una completa storicizzazione del suo pensiero, poiché solo da qui può nascere la sua attualità rinnovata.