cm. 25 x 17,5, pp. 38, legatura a doppio punto metallico, in ottime condizioni.
Le grandi plutodemocrazie, e in particolare gli Stati Uniti, sogliono imputare ai paesi totalitari intenzioni e atti aggressivi contro tutto e contro tutti, avvolgendo se stessi nei paludamenti della pura virtù e dell’altruismo liberale, e atteggiandosi soprattutto a tutori dei piccoli Stati, per la cui integrità territoriale professano il più schietto e commovente entusiasmo.
Può quindi sembrare in netto contrasto con tali professioni di fede la condotta del Governo degli Stati Uniti nell’attuale conflitto, la quale non può qualificarsi che spudorata aggressività, basata sulla prepotenza e sulla avidità territoriale, nonché economico-finanziaria. Il solo sequestro delle navi italiane e tedesche nei porti americani e l’imprigionamento dei loro equipaggi è un atto che qualsiasi tribunale imparziale qualificherebbe di pirateria, i cui autori e ispiratori non meriterebbero che di essere impiccati sulla tolda delle stesse navi che essi hanno rapinato. Ma se studiamo la storia degli Stati Uniti, constateremo che la condotta odierna del Presidente Roosevelt può vantare vari precedenti nel passato. I fatti ai quali accennerò sono meno noti al pubblico italiano delle aggressioni compiute da altre demoplutocrazie, la Gran Bretagna per esempio.