cm. 24,5 x 17,5, pp. 38, legatura a doppio punto metallico, fioriture e lievi tracce d’uso, in buone condizioni complessive.
La notte fra l’11 e 12 ottobre 1492 sono dunque trascorsi 447 anni! Un marinaio della Pinta, caravella di testa della flottiglia di Colombo, segnalava davanti a sé, nella tenebra fonda, un piccolo lume in movimento. Segno di terra vicina, dopo tanto navigare? Qualche altro segno era già stato avvistato… Ad ogni buon fine, le caravelle ammainarono le vele, aspettando l’alba. E quando l’alba spuntò, Colombo per primo scorse veramente la terra. Egli l’aveva divinata, l’aveva ostinatamente cercata: era giusto che fosse lui il primo a vederla. Poco dopo, avvicinatesi le navicelle a un’isoletta, Colombo scese con due compagni, spiegò lo stendardo reale, lo piantò al suolo, prese possesso del paese in nome del re Ferdinando e della regina Isabella.
Che cosa cercava Colombo in quegli ignoti mari? Cercava ciò che tanti, da tanto tempo, cercavano: l’Oriente, le Indie, i paesi di Marco Polo, da raggiungere per vie più agevoli e sicure. Era in parte l’antico spirito delle Crociate, fra religioso e avventuroso, con l’aggiunta dello spirito mercantile, particolarmente vivo nell’italiano delle città e delle Repubbliche marinare dal XII al XVI secolo, con ulteriore aggiunta dello spirito del Rinascimento, cioè la sete di sapere, lo studio dell’uomo, l’indagine della natura e l’anelito di scoprire nuove terre.