cm. 20,5 x 13,5, pp. 466, brossura, in buone condizioni.
Per la prima volta la storia, la struttura, l’attività e la vita quotidiana della classe dominante sovietica – la «Nomenklatura», appunto – vengono descritte e analizzate dall’interno, cioè non sulla base di fonti rese pubbliche, di deduzioni o illazioni, ma proprio a partire dalle osservazioni dirette dell’autore, confortate a posteriori da una sterminata sequela di documenti e citazioni. La «Nomenklatura» oggi è l’Unione Sovietica: sorta sotto Lenin, sviluppatasi sotto Stalin, essa da allora esercita il suo incontrollabile potere all’interno dello Stato, ponendosi come nuova classe di sfruttatori in una società che prevedeva, proprio per gli anni ’80, la realizzazione del comunismo senza classi. E con i fatti che Voslensky dimostra ciò che sino a oggi poteva essere intuito solo confusamente: la procedura di reclutamento della «nuova classe» sovietica, i privilegi di cui gode, i metodi di sfruttamento che le sono peculiari, il funzionamento degli apparati, i procedimenti seguiti nelle deliberazioni. Ne è risultata un’opera che varia dalla profonda analisi scientifica all’annotazione ironica, dalla realistica descrizione dei fatti all’immaginazione poetica, e che si colloca nel solco della grande tradizione letteraria russa. Michael S. Voslensky, nato in URSS nel 1920, laureatosi all’Istituto superiore di relazioni internazionali di Mosca, interprete al processo di Norimberga, è stato professore ordinario all’Università Lumumba di Mosca. Dal 1950 al 1972, anno del suo espatrio, ha lavorato in stretto contatto con l’apparato del comitato centrale del PCUS. Attualmente cittadino austriaco, è lettore presso tre università e ricercatore all’Istituto Max-Planck di Starnberg.