cm. 18 x 10,5, pp. 212, brossura, in ottime condizioni.
Quando nel Purgatorio dantesco Pia de’ Tolomei dice: «Siena mi fé», vuole esprimere molto più di un’attestazione sul suo luogo di nascita: «Con quelle parole – scrive Waley – essa intendeva che la città-stato di Siena aveva rappresentato l’ambiente fisico, sociale e politico in cui era cresciuta, e che esso aveva plasmato la sua figura e personalità». Quell’ambiente, quel rapporto tra patria e cittadino, sono quanto di più lontano dalle strutture politiche e sociali in cui viviamo oggi; al lettore del XX secolo, la cui dimensione è la nazione-stato, la società di massa e le comunicazioni sovranazionali, questo libro propone una riscoperta della città-stato italiana e della sua straordinaria fioritura, dalle Alpi ai confini del regno di Napoli, tra la fine dell’XI e gli inizi del XIV secolo. Come da un affresco medievale popolato di borghi e cavalieri, ecco venirci incontro da queste dense pagine la vita rigogliosa dell’età dei Comuni, percorsa da un intenso civismo e patriottismo, ma anche lacerata da odi perpetui; le rivolte del popolo contro i magnati, il ruolo dei «partiti», la storica divisione tra guelfi e ghibellini, i conflitti d’autorità, animano un mondo caratterizzato da una ricchezza di relazioni sociali e istituzionali: sviluppo dei commerci e delle industrie, emergere della borghesia cittadina, spinte dei nuovi strati popolari, varietà e articolazione di forme di governo (podestà, burocrazia municipale, fisco, amministrazione del contado), l’organizzazione militare, la prassi dell’esilio, e infine il profondo intreccio tra arti e spirito civico. Dal frantumarsi delle istituzioni feudali fino all’avvento delle Signorie, attraverso la rievocazione di tumultuose vicende e sulla base di una vasta e puntigliosa documentazione, Waley offre una originale interpretazione della città-stato medievale e del rapporto città-campagna, ricostruendo la struttura e le forme di un modello storico irripetibile.