cm. 19,5 x 12, pp. 326, brossura, in ottime condizioni.
Già studioso di storia, di economia politica e di diritto, Max Weber veniva elaborando, agli inizi del secolo, la sua teoria dell’origine e dello sviluppo della società occidentale moderna, che prese forma nel celebre saggio su L’etica protestante e lo spirito del capitalismo. Solo molti anni più tardi, pubblicando tre volumi di studi sulla Sociologia della religione, Weber portava a compimento un più ampio disegno di storiografia comparata. In queste opere egli affiancava cosi al suo esame del rapporto tra calvinismo e capitalismo una dettagliata analisi delle società orientali. Nella mentalità dei popoli che espressero le religioni induista, buddhista, confuciana, taoista e antico-giudaica, Weber, procedendo per analogia, riscontrava cosi elementi che ne spiegavano i destini economico-sociali e giuridici non meno che le principali vicende storiche e culturali. «In India», precisa Weber, «il capitalismo moderno non si sviluppò autonomamente né prima né dopo il periodo della dominazione inglese, ma fu soltanto un prodotto d’importazione, assunto come una merce già confezionata, senza alcun punto di collegamento autoctono. Occorre dunque esaminare in qual modo la religiosità indiana abbia contribuito – come un fattore tra tanti altri – al mancato sviluppo del capitalismo».