cm. 18 x 10,5, pp. 426, brossura, in buone condizioni.
L’incontro-scontro tra i disegni di copertina, un tempio greco e un edificio di Erich Mendelsohn, indica la temperie dei saggi su Filocle, Brunelleschi, L. B. Alberti, Sanmicheli, Michelangiolo, Le Corbusier, Mies van der Rohe, vant’Hoff, Saarinen e Rudolph, Sant’Elia e Terragni, Aalto, Louis Kahn, Wright ed altri architetti antichi e moderni. Seguono le analisi di apporti critici, da Adolfo Venturi e Gustavo Giovannoni ad Argan, Brandi, Sedlmayr, Pevsner, Sim mel, Mumford, Ragghianti, Scully, Umberto Eco; l’esame delle correnti urbanistiche, da Brasilia a Gerusalemme, dai principi di Christopher Alexander alla Carta del Machu Picchu; le polemiche sull’involuzione classicista, l’andropausa degli architetti italiani, le pseudoteorie ambientali, i vernacoli mediterranei, il populismo e l’austerità. Il design come ragione civile coinvolge personaggi quali Elio Vittorini, Carlo Emilio Gadda, Italo Calvino, Carlo Levi, Danilo Dolci, Theodor Adorno, Alain Robbe-Grillet, Pier Paolo Pasolini, Herbert Marcuse, John Cage, riletti in chiave architettonica. In breve: una raccolta di provocazioni, volte a prospettare un diverso rapporto tra cultura e politica, espresso in uno scenario democratico, liberal-socialista, degli insediamenti umani.