cm. 22,5 x 15, pp. 340, copertina rigida con sovraccoperta, in ottime condizioni.
«Gli italiani non conoscono il nome del barbiere di Roncabello che, nonostante le torture, non tradì le famiglie ebree nascoste nel suo villaggio. Tra tutti i viali, le strade, le piazze e le scuole d’Italia intitolati ai martiri e agli eroi della Resistenza, pochissimi ricordano agli italiani più giovani l’esistenza delle leggi antiebraiche. Vi furono persone coraggiose che le contrastarono, vi furono migliaia di ebrei, inclusi i bambini, divenuti preda di “leggi” che autorizzavano la deportazione o l’assassinio. Nulla ci ricorda che c’è stato un mare di silenzio, mai veramente rivisitato. Nulla, cioè, fino a che Susan Zuccotti ha realizzato la sua tenace opera di ricerca e di ricostruzione, L’Olocausto in Italia, probabilmente destinata a diventare il testo definitivo su questa tragica vicenda. […]
«A un certo punto nel suo libro, Susan Zuccotti dice qualcosa di molto bello e universale: dice che forse tutto incominciò in Italia con la prima bottiglia d’olio di ricino forzata nella gola della prima vittima dei fascisti. Quando si comincia a violare la dignità di un solo essere umano, afferma la Zuccotti, non ci sono più limiti all’espansione del male. Penso che questa affermazione possa diventare un utile spunto di meditazione per un paese che – pur con molte ragioni – si considera “buono” ed estraneo al delitto razziale. Non dovrà più essere possibile vantarsi del “numero minimo” degli ebrei italiani sterminati. Un solo ebreo italiano perseguitato (e furono molte migliaia) rappresenterebbe già un crimine abbastanza grande per imporre un ripensamento collettivo del passato. Questo ripensamento per ora non c’è stato. Il libro di Susan Zuccotti viene al momento giusto.»